Siete psicologi?
No, i nostri approcci consulenziali non sono assimilabili a quelli di psicoterapia: il nostro lavoro non si basa sulla “cura di un aspetto patologico”, ma mira a supportare la persona nel qui e ora, al fine di potenziare le proprie risorse e a creare le condizioni che contribuiscono al benessere. L’obiettivo è di stimolare la ricerca di nuove soluzioni e facilitare l’adattamento della persona alle condizioni in cui vive.
Date risposte?
No, non diamo soluzioni precostituite. Partiamo dal presupposto che la persona stessa, nella sua unicità, conosca meglio di chiunque altro la risposta alle proprie necessità; ciò che possiamo fare, attraverso le nostre tecniche consulenziali, è supportare la persona ad osservarsi, a “tirare fuori” le soluzioni e a cambiare punti di vista e cornici, riconoscendo nuove prospettive e possibili scenari.
Per quali motivi potrei scegliere un percorso di counseling sistemico o pedagogico?
Il counseling sistemico e pedagogico, attraverso un processo empatico, facilitano l’ampliamento della visione da parte del cliente e l’individuazione di alternative, sempre partendo dalla realtà concreta e dalle effettive possibilità del cliente stesso.
In che modo posso trovare le mie risposte?
Ogni individuo ha un proprio mondo, che ha a che fare con le storie della persona, i vissuti familiari, la cultura (o le culture) di riferimenti e i sistemi di cui fa parte. Ogni persona legge la realtà e la interpreta a partire dalle mappe del proprio mondo, un filtro fortemente individuale, mediante il quale si definiscono pregiudizi, timori, convinzioni. Il processo consulenziale è un movimento che unisce i due mondi del consulente e del cliente: la relazione che si instaura costruisce un ponte e il ponte è un progetto comune, che risulta dall’apporto di “materiali” da parte di entrambi gli attori.