Chi decide cos’è normale? La normalità è un’invenzione di chi è privo di fantasia. Alda Merini
La mia vita professionale e formativa ruota attorno al tema della “norma”, un riferimento a cui tutti ci rifacciamo velocemente per identificare cose e situazioni che corrispondono alle attese comuni. Appena ci soffermiamo un attimo, però, il concetto di norma si sgretola: in ognuno di noi la “normalità” assume innumerevoli sfaccettature e accezioni, svelando quanto la verità sia una realtà personale. Ogni individuo è la composizione di vissuti, storie, accadimenti, sentimenti, emozioni che la rendono diversa da tutte le altre, come i grumi di colore e i graffi che, su tela, compongono i meravigliosi quadri di Van Gogh. Mi piace pensare non per assiomi, ma per “situazioni”: ognuno di noi ha vissuto e vive in situazioni diverse (materiali, emotive, percettive), che ci rendono unici e che compongono la nostra storia formativa, condizionando, nel qui e ora, il nostro modo di leggere la realtà e di rispondervi. La lettura delle situazioni nel tempo può cambiare, perché noi cambiamo. Di conseguenza non ci possono essere soluzioni giuste e valide per tutti o per sempre: ognuno deve trovare la propria verità, ciò che lo fa stare bene e che meglio si adatta alla propria “situazione” unica. Ho maturato questa convinzione dopo anni di lavoro in ambito educativo, durante i quali mi sono occupato di persone con disabilità, giovani, famiglie, fragilità legate a problemi abitativi o con la giustizia. La mia esperienza sul campo è stata parallelamente arricchita dal mio percorso di studi, in Scienze dell’Educazione prima e in Scienze Pedagogiche poi, avvicinandomi alla Clinica della Formazione, approccio che parte dal presupposto che ci si debba “chinare” sulla singola situazione per poterla analizzare e comprendere. Ciò che mi propongo di fare con il mio lavoro, dunque, consiste nel supportare le persone nell’osservare la propria specifica situazione e, aprendo scenari possibili, aiutarle a trovare la soluzione che consenta loro di stare meglio.
Comunemente si pensa che il Pedagogista sia un professionista che lavora con i bambini e nei servizi legati all’infanzia, ma non è così: egli è uno specialista di tutto ciò che concerne la formazione a tutte le età, sostiene il percorso educativo e di autoformazione della persona, cura i ruoli educativi, i percorsi di vita e supporta le scelte personali; lavora con gli individui, ma anche con i gruppi.
La pedagogia si occupa di tutto ciò che una persona impara nel corso della vita. In particolare si concentra sui modi, i motivi e i significati dell’apprendimento. Uno dei suoi presupposti è quello che ogni esperienza, di qualsiasi natura essa sia, comporti apprendimento. L’approccio clinico considera ogni individuo e ogni situazione come unici. Nel lavoro consulenziale non ci si concentra solo sulla persona, ma anche la “materialità” che essa abita, ovvero ciò che materialmente compone l’ambiente della persona e che ne condiziona il modo di muoversi, di pensare e pensarsi, le scelte e le possibilità. Al centro non è solo la persona, ma tutto il “dispositivo” pedagogico allestito attorno ad essa, che la forma, che costituisce una risorsa, ma anche, per certi aspetti, un vincolo.
La consulenza pedagogica consiste in colloqui che consentono di far emergere le caratteristiche e il senso di ogni esperienza, considerando ogni esperienza personale come formativa; l’obiettivo è di capire come queste esperienze ci trasformano e quali opportunità e scenari possibili si aprano. Questo lavoro su di sé permette di lavorare anche sulle parti che normalmente rimangono più in ombra, sulle latenze educative individuali.
La consulenza pedagogica si rivolge a ragazzi, insegnanti, genitori, adulti, coppie, gruppi di persone. Può svolgersi in un singolo incontro, oppure assumere le caratteristiche di un percorso, di durata variabile, a seconda delle esigenze individuali o di gruppo, costituendo una possibilità di dare significato a situazioni di elevata complessità.
Non è mai e non sostituisce un intervento di natura psicologica o psicoterapeutica.
Il Consulente Pedagogico è anche uno specialista nella progettazione e gestione di interventi educativi nelle istituzioni scolastiche, nei servizi educativi, negli enti locali, nell’educazione informale e non formale in genere. È in grado di compiere l’analisi dei bisogni, dei vincoli, delle condizioni di partenza, definire finalità e obiettivi e individuare contenuti e tematiche per tradurle in progetto.